03 maggio 2015

Una conferma e una modifica


La conferma : per non privarsi del suo incredibile colore, la marmettura di arancarote, andrebbe proprio fatta con lo zucchero bianco. Qui di seguito l'ultima, appena invasettata, fatta con zucchero di canna . Buona buona e più sana  ma un po' spenta.

La modifica sta invece nel procedimento e ha il suo peso. Dopo aver quasi perso la pazienza (in due) tentando di passare nel passaverdure le carote e le arance insieme, ho riscritto la ricetta. Le carote vanno mixate e le arance passate. Da sole ! Così si evita che le buccette degli agrumi che intasano quasi subito la griglia del passaverdure  impediscano alle carote di  transitare.
Se vi riesce di mettere le mani sulle ultime arance rosse e su carote belle dolci, fateci un pensierino.  Dei miei esperimenti sul fronte delle confetture, marmellate o marmetture che siano, credo sia la migliore.
Piace ancora. Molto. Anche un po' spenta.
Kat

Etichette: ,

COMMENTI (0)

invia a un amico

01 maggio 2015

Un po' d'Islanda in Valle d'Aosta

Nulla di termale, per quanto anche in Valle d'Aosta ci siano sorgenti calde e la possibilità di trarne benessere. Chissà se sono calde a sufficienza per cuocervi del pane come ancora si usa in Islanda ? In comune con l'Islanda abbiamo di sicuro la tradizione del pane di segale. E questo è il metodo più rapido che conosco per ottenerlo.

La mia versione dell' hverabrauð, letteralmente pane delle sorgenti calde, si accontenta del vapore di una normalissima pentola con cestello  e di qualche cocottina. Ho scelto di sperimentare con un formato molto piccolo per evitare cotture infinite e  dopo 60 minuti e il debito raffreddamento ho addentato una cosa che mi è piaciuta parecchio. La versione originale, chiusa in una forma ermetica, viene lasciata una dozzina di ore in una sorgente o nei fanghi caldi. La ricetta si è diffusa in giro per il mondo con la moda degli slow cooker. In rete troverete, temo soprattutto in inglese e francese, ricette che richiedono dalle 2 ore e 30 alle 4 ore di cottura lenta. Ho adattato quella sperimentata da Gracianne e optato per ingredienti 100 % vegetali.

Per 5 pagnottine di segale al vapore servono :
- 200 g di farina di Segale*
- 100 g di farina di Farro integrale
- 150 ml di Latte di Soia
- 1 cucchiaio di succo di Limone o Aceto di mele
- 2 cucchiaini di Melassa nera 
- (2 cucchiai di Zucchero scuro**)
- 1/2 cucchiaino di sale
- 2 cucchiai rasi di lievito per torte salate o di miscela casalinga oppure 1 cucchiaino, sempre raso, di bicarbonato.
- 5 cocottine di (indicativamente) 8 cm di diametro (o 6 se più piccole)
- una pentola che le possa contenere quando il coperchio è chiuso***
- Alluminio o carta forno

* Meglio se bianca o comunque setacciata e in questo caso pesata dopo aver tolto la crusca)
** Ho scelto di  non metterlo ma usato un cucchiaione di melassa e non mi pento. Se la melassa non vi va o non si trova usate miele oppure nulla.
*** Per la scelta della pentola vi rimando al post delle tortine in tazza.

Per prima cosa tocca preparare il latticello di soia.  Se il "latte"  è freddo di frigo si fa intiepidire quindi si aggiunge succo di limone o aceto di mele, si mescola e si lascia addensare. In pochi minuti raggiunge la consistenza di uno yogurt liquido.
Poi si mette la pentola sul fuoco in modo che l'acqua già bolla quando l'impasto sarà pronto. Tanto per avere tutto pronto converrà anche ungere le cocottine con un velo d'olio.
Ora si possono pesare, setacciare e mescolare tutti gli altri ingredienti tranne la melassa che andrà invece sciolta nel latticello.
A questo punto versate i liquidi nei solidi, mescolate  con un cucchiaio poi con le mani, fate la palla quindi dividetela in porzioni grandi come una pallina da tennis che schiaccerete leggermente nelle cocottine. Coprite le cocottine con alluminio o carta forno lasciando spazio per la lievitazione. Posatele sulla griglia  forata della pentola, coprite e cuocete a vapore tranquillo per un'ora senza mai alzare il coperchio.

Scaduta l'ora di cottura, spegnete il fuoco e lasciate ricadere il vapore per qualche minuto in modo da non ustionarvi. Quindi togliete il coperchio e le coperture delle cocottine, trasferitele su una griglia e aspettate di nuovo qualche minuto per capovolgere le formine.
Contrariamente al normale pane di segale, che ha bisogno di un giorno di attesa per avere una consistenza gradevole, queste pagnottine si possono mangiare appena fredde.
Personalmente, per compensare l'assenza di crosta, le trovo più gradevoli affettate e lievemente tostate.

Piaciute! Abbastanza da raccontarvele. Se mi riesce di migliorarle, ovviamente aggiornerò. Intanto dovrei riuscire ad affacciarmi venerdì per il Glutenfree Friday con una versione riso e carota.
A presto. Kat

Etichette: , , ,

COMMENTI (3)

invia a un amico